Inizia a Roma il processo a 4 membri delle forze di sicurezza egiziane | Notizie, sport, lavoro
La famiglia del dottorando italiano assassinato Giulio Regeni, a sinistra, la madre Paola Devendi, la sorella di Giulio Irene, e il padre Claudio Regeni, con il loro avvocato Alessandra Ballerini, arrivano al carcere di Rebibbia a Roma, giovedì 14 ottobre 2021, per partecipare alla prima udienza del processo per la morte del dottorando italiano Giulio Regeni, scomparso per diversi giorni nel gennaio 2016 prima che il suo corpo fosse ritrovato su un’autostrada deserta a nord della capitale egiziana. I pubblici ministeri italiani hanno ufficialmente posto sotto inchiesta quattro membri di alto rango delle forze di sicurezza egiziane per il loro presunto ruolo nell’omicidio. (AP Photo/Andrew Medichini)
Roma (AFP) – Il processo a quattro alti membri delle forze di sicurezza egiziane è iniziato giovedì senza gli egiziani accusati di coinvolgimento nel rapimento, tortura e omicidio di un dottorando italiano al Cairo.
I genitori e la sorella di Giulio Regeni sono entrati alla corte di Roma senza rilasciare alcuna dichiarazione. Alla vigilia del processo, il governo italiano ha annunciato che si sarebbe unito alla parte civile del processo come parte lesa nel processo.
A dicembre, i pubblici ministeri italiani hanno formalmente posto sotto inchiesta i quattro egiziani per il loro presunto ruolo nell’omicidio di Regeni nel 2016 e un giudice ha ordinato loro di essere processati a maggio. Ci si aspettava sempre che sarebbero stati processati in contumacia.
Il corpo di Regeni è stato trovato su un’autostrada pochi giorni dopo la sua scomparsa nella capitale egiziana, il 25 gennaio 2016. Era al Cairo a fare ricerche sulle attività sindacali tra i venditori ambulanti come parte della sua tesi di dottorato.
Sua madre ha detto che il suo corpo era così sfigurato dalla tortura che è stata in grado di riconoscere solo la punta del suo naso quando lo ha visto. Attivisti per i diritti umani hanno affermato che i segni sul suo corpo sono simili a quelli derivanti dalle diffuse torture nelle strutture egiziane.
Le autorità egiziane hanno affermato che uno studente di dottorato presso l’Università di Cambridge è stato vittima di ladri comuni.
Il caso ha messo a dura prova le relazioni tra Italia ed Egitto, alleato di Roma nella lotta al terrorismo. Ad un certo punto, l’Italia ha ritirato il suo ambasciatore per fare pressione per la cooperazione dell’Egitto nelle indagini.
Alla vigilia del processo, il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, ha inviato il suo sostegno ai genitori di Regeni “Per la loro perseveranza e umanità”.
“Se guardiamo indietro negli anni, e pensiamo allo sforzo tremendo che è stato fatto per arrivare qui, per ricostruire un complotto nonostante le direttive egiziane sbagliate e le resistenze di ogni tipo, capiamo quanto sia importante e pieno di significato”. L’apertura del processo lo è davvero.
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